Il lavoro avviene prevalentemente con la costruzione del genosociogramma: un albero genealogico familiare che può essere usato come una mappa per comprendere e localizzare la nostra storia le nostre scelte personali e  professionali alla luce della nostra eredità familiare inconscia e trans generazionale.
Sviluppato su 4-6 generazioni l’albero include nascite, matrimoni, decessi, malattie, incidenti, legami affettivi, alleanze e rotture, professione, fenomeni di emigrazione ecc…, insomma un albero vissuto e carico di vita.

Accanto all’individuazione delle risorse e dei legami vitali si ricercano eventuali ostacoli o minacce allo sviluppo delle persona stessa che può essere a sua insaputa intrappolata in dinamiche di ripetizione, di obbedienza a patti di lealtà impliciti che impediscono la possibilità di uno sviluppo pieno e autentico.
Dai nostri antenati ereditiamo non solo il nome o il colore dei capelli ma anche aspetti emotivi e traumatici che si imprimono fortemente nella memoria, lasciandone tracce che attraversano le generazioni: tutto ciò che rimane incompiuto, che genera ingiustizia, che crea legami di appartenenza si tramanda da una generazione all’altra, nessun segreto è mai portato nella tomba.